IL PLAGIO non è soltanto un romanzo avvincente (questo è il minimo sindacale) è anche rabbia e sarcasmo. (Copertina nella pagina GALLERIA)
"Niente da fare, si è bevuto il cervello." Quante volte ti è capitato di arrivare, sia pure con tristezza, a questa conclusione. Tu quello lo conosci, si è sempre comportato in modo normale, tanto normale da rasentare la banalità, eppure adesso dice cose che non stanno né in cielo né in terra e, quel che è peggio, le sue decisioni, i suoi gesti sono un pugno nello stomaco di quel compagno di viaggio che tu chiami "buon senso". Ecco, è questo il protagonista intorno a cui s'aggrappa il tema del plagio. E dire che, da studente, aveva conseguito la massima valutazione dell'intelligenza (Q.I. 160). "Sì, come no! 160 escrementi di gallina" é questo il giudizio impietoso della donna (quasi analfabeta) venuta dalle Canarie. Ma tu, alla fine dei conti, sei proprio sicuro che il plagio non ti riguardi? Io no!
Laureato trentenne, Medardo Mantelli è orgoglioso della sua intelligenza (Q.I.160) ma poi, dei tre fratelli, è lui quello che cade nella trappola. I suoi gesti, le sentenze che sputa, ci lasciano a dir poco sconcertati. La vicenda della famiglia Mantelli si snoda così, tra momenti di ansia e colpi di scena. Contemporaneamente vanno avanti le indagini della polizia.